Il sole spunta prima sulle cime degli alberi, sulle punte degli arbusti e in vetta ai fili d’erba che riempiono un intero campo di campagna; esso però vive e sprigiona il suo calore nelle radici di ogni vegetale. Ecco quanto osservava e vedeva il piccolo Luigi quel giorno appartato e solitario in mezzo alla campagna, sotto lo stesso albero che innumerevoli volte lo aveva visto protagonista di iniziative simpatiche e nuove con i suoi coetanei adolescenti. Infatti solitamente scappava da solo dal paese per raggiungere le vie dei campi. Veniva spesso negli angoli isolati, se poteva almeno una volta a settimana, per raccontare a sé e agli amici “illuminati” di sole ciò che più gli stava a cuore. Nei giorni di festa e con il bel tempo non mancava mai di invitare amici e coetanei per trascorrere un momento insieme.

 

Il suono delle campane richiamò Luigi ai suoi impegni. Non aveva detto niente a casa, come sempre. Suo fratello Giorgio lo attendeva ai piedi della Chiesa. Giorgio infatti, come ogni festa o sabato, accompagnava la sua famiglia in paese e si fermava un poco in parrocchia. Tante erano le attività a cui partecipare, uno il suo desiderio: stare insieme con la propria piccola e nuova famiglia nella vita cristiana. Quel giorno, però, preferì lasciare i piccoli a casa con la mamma per una festa di amici e accettò volentieri l’invito di Luigi: incontrarsi un momento, perché il fratello più piccolo aveva innumerevoli domande da fare.Forse a tutte non avrebbe saputo rispondere, nessuna però sarebbe rimasta inascoltata.

Ecco Luigi sopraggiungere di corsa, quasi impaurito per aver perso l’appuntamento. Nei suoi occhi ardeva ancora la luce del sole di quella giornata e tutto lasciava intendere che per lui, adolescente e stravagante, quel momento era molto importante. “Ciao, Giorgio. Scusa il ritardo, ma ho preso una via lunga per arrivare da casa”. “Non ti preoccupare, piccolo grande uomo, c’è tempo. Temevo che cambiassi idea a causa del bel tempo. Anche se non lo dici, so che ben volentieri passi il tuo tempo libero in campagna. Ma ora se vuoi che parliamo, dove possiamo fermarci? Che ne dici se ci sediamo in oratorio?”. “Si, facciamo lì. Proprio di questo volevo parlarti:dell’Oratorio e di tante cose che di esso non ho ancora capito”.

Luigi sapeva che Giorgio aveva trascorso tanti anni come lui in Oratorio, aveva visto crescere il proprio gruppo di amici, passare alcuni sacerdoti determinanti e soprattutto in seguito ad alcune esigenze si era reso disponibile per alcuni incarichi e servizi. Ancora oggi molti contavano sul suo pensiero ed apporto. Entrambi si sedettero ad un tavolo all’aperto e, come ogni volta a casa, quando si incontravano in giardino, Giorgio diede la sedia a Luigi e poi prese posto. “Dimmi un po’ che cosa hai da chiedermi di così importante?”, disse Giorgio. Allora Luigi disse: “Che cos’è per te l’oratorio?”. “Vedi, Luigi, non saprei che cosa dirti di preciso. Lascia che ci pensi un istante. Anzi se vuoi proprio …ti dico subito che mi piace paragonare l’oratorio a una casa, molto accogliente, ma in costruzione, un “cantiere” sempre aperto che le persone, tramite il volontariato plasmano giorno per giorno. Il mondo dei giovani, in insistente e rapida evoluzione, impegna anche l’oratorio ad una continua riflessione e sperimentazione per rendere il Vangelo evidente, avvicinabile e presente per la vita di un ragazzo, un adolescente, un giovane.

Mi vengono in mente queste tre immagini per descriverequello che rappresenta l’oratorio per me:

Oratorio…come la casa di Nazareth: luogo che protegge senza rinchiudere, in cui la vita si svolge e cresce nell’amore ed in cui si riceve una proposta forte ed attenta alla vita, ai bisogni e alle speranze di chiunque entri. Non ti nascondo che c’è ancora la necessità di lavorare sulla comunione e soprattutto sulla corresponsabilità.

Oratorio…come Casa di giovani: in cui ognuno ricerca il disegno che Dio ha per lui. Ti ricordi Luigi, le preghiere al termine del catechismo o nelle serate d’estate: noi siamo fortunati ad avere una cappella all’interno dell’oratorio, non so se tutti ne conoscono l’esistenza! Eppure al suo interno c’è il cuore che batte e ispira tutto ciò che viene creato concretamente nel nostro oratorio: Gesù Cristo. Conoscendo Cristo, mi chiedo come i ragazzi non riescano a cogliere la bellezza di questa relazione, anche se sono convinto che non si educa alla fede solo nei momenti di preghiera, ma si debbano condurre ad una sintesi armoniosa tra fede e vita.

Oratorio…come Strada di Emmaus: lungo la quale si incontrano le persone così come sono, nel mezzo dei loro percorsi esistenziali. Accogliere, costruire ponti tra interno ed esterno e accompagnare in questo cammino ogni  ragazzo sono le chiavi che aprono l’oratorio rendendolo uno strumento educativo della comunità di Capriolo.

Qualcuno sceglierà di camminare, qualcuno sceglierà di non starci (più), qualcuno sceglierà di ritornare o di entrare per la prima volta”.

Luigi con il suo sguardo era fisso sul fratello, era entusiasta e anche stupito di ciò aveva ascoltato. “Giorgio dimmi se ho capito bene: l’oratorio ha bisogno di fare un salto di qualità nella sua capacità di offrire spazi di incontro,vita di gruppo, relazioni significative ed esperienze che sostengano la crescita dei ragazzi e dei giovani”. “Si, Luigi hai capito bene. So che sei attento e preciso. Per questo vorrei mostrarti una cosa. Sempre se vuoi, seguirmi un momento”. “Certo”. “Allora andiamo”. Insieme entrarono nell’atrio delle scale d’ingresso. Davanti a gigantesche pareti colorate, erano affisse alcune lapidi con diverse date ed iscrizioni. A fianco in un angolo era fissata un’immagine: piccola, poco colorata e senza data o firma.

 

Luigi più volte aveva osservato di fretta questa immagine, ma senza capirci granché. Pensava fosse un ritaglio di giornale o qualcosa del genere. “Sai Giorgio, mi sembra che l’Oratorio sia ben più di una casa. Molte cose che qui vedo, da noi in casa non ci sono”. “Hai ragione. Ogni oratorio ha una sua storia molto più grande di una casa o di una famiglia”. “Se non sei stanco posso aggiungere qualcosa a ciò che ti dicevo prima”. “Sì, volentieri”. Luigi non aveva corso invano per lasciare ancora le sue domande in sospeso. Per la prima volta suo fratello maggiore Giorgio gli stava regalando ciò che più desiderava da tempo. “Bene. Vorrà dire che faremo insieme un ulteriore passo in avanti”, disse Giorgio contento e soddisfatto che anche Luigi fosse così interessato.


■ Il nostro oratorio è capace di essere una casa di armonia, di collaborazione, di comunione e di corresponsabilità?

■ Che cosa è necessario per una comunità di comunione? tra parrocchia e oratorio e, all’interno dell’oratorio, nelle relazioni tra adulti e ragazzi?

■ Quanto incidono ancora divisioni e invidie?